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Elettricità, forniture industriali a rischio interruzione


Potrebbero esserci difficoltà nelle forniture industriali di elettricità. In questi giorni diversi grandi clienti, tra i quali anche alcuni consorzi di consumo industriale con bollette milionarie, hanno ricevuto dai fornitori lettere di disdetta del contratto. Le offerte di fornitura, offerte così allettanti da essere irrinunciabili, si stanno rivelando insostenibili per le casse di alcuni venditori. Cioè i prezzi di approvvigionamento di alcuni grossisti sono saliti fino a superare i prezzi di fornitura concordati con i clienti, e così questi trader sono costretti a vendere i chilowattora con margine negativo: nel vendere perdono invece di guadagnare.

Quali società elettriche stanno disdicendo le forniture ai clienti? Lettere di «risoluzione del contratto di fornitura di energia elettrica per eccessiva onerosità sopravvenuta» (questo l’oggetto ricorrente nell’intestazione nelle comunicazioni di disdetta) sono arrivate a clienti di Metaenergia, ma lettere simili sono arrivate ad aziende e consorzi industriali riforniti da altre imprese energetiche.

Metaenergia ieri sera ha specificato al Sole24Ore: «La nostra società non sta effettuando interruzioni di fornitura».

«Qualora desideriate continuare a essere serviti nel mercato libero — dice la disdetta tipo — potrete rivolgervi ad altro fornitore entro il 10 ottobre», altrimenti per i consumatori scatterà il carissimo servizio di salvaguardia di ultima istanza per chi resta senza azienda elettrica.

​Formalmente il motivo della rottura dei contratti viene spiegato come normale aggiornamento delle condizioni economiche e commerciali delle forniture, ma all’origine c’è lo scompenso sui conti dei venditori elettrici prodotto da una variazione nella disciplina del “bilanciamento”, uno dei meccanismi del mercato energetico che vanno a concorrere alla formazione dei costi del chilowattora. I grossisti di elettricità hanno tutti sentito sui loro bilanci l’effetto di questo ritocco normativo, il quale ha ridotto in modo rilevabile i margini.

Ma un altro problema, assai più consistente, potrebbe venire dai rincari del chilowattora all’origine, come durante la crisi del nucleare francese all’iniziodell’anno. Molte aziende elettriche riuscivano a offrire prezzi stracciati risparmiando sulle coperture, cioè su quei costosi derivati finanziari che mettono al riparo da imprevisti sui prezzi. Un evento simile era capitato l’altr’anno a una primaria azienda energetica, Gala, ora entrata in concordato preventivo. Altri rincari potrebbero arrivare ora — rileva Giorgio Pucci di Enerqos, che vuole promuovere efficienza energetica e ricorso a fonti rinnovabili di energia — visto che una settimana fa è stata fermata la centrale nucleare francese di Tricastin (Francia).

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